Ein Tag in Dresden - Un giorno a Dresda
Sento ancora addosso
gli occhi magnetici-grandi-spaventati-inquietanti-teneri di Franz
Kafka in quel di Praga, occhi che appaiono dappertutto, da dietro un cartellone
pubblicitario, da una cartolina, da un souvenir, dal tappetino del mouse...,
occhi scrutatori che ti accompagnano in ogni tuo itinerario , occhi da cui è difficile
liberarsi . Mi chiedo
ancora a distanza di anni come mai questo scrittore con cui ho "vissuto"
nell'
ultimo anno universitario , avendo sviluppato un argomento
nella mia tesi che lo riguardava(Il tema dell' attesa in Kafka e in
Beckett attraverso le sue opere Waiting for Godot e Das Scholss) si sia
sempre rifiutato di scrivere in ceco... e abbia scelto come lingua ufficiale il
tedesco.. In quei giorni il suo sguardo mi trasmetteva quello stesso
senso di colpa che ha vissuto Kafka nella " Lettera al padre" . Uno strano
sentimento . Ebbene forse per liberarci da quella sensazione io e Rita decidiamo di andare alla volta di Dresda.
In preda ad " astratti furori " alla maniera del Siracusano Elio Vittorini . Era il 12 Luglio 2004
, eravamo a circa 200 Kilometri da Dresda ....
non potevamo non andare in quella che viene soprannominata la Firenze
sull'Elba , per il suo fascino che l' ha resa famosa nei secoli.
Zaino alle spalle ,abbigliamento molto semplice , e tanta curiosità
sono i semplici ingredienti che servono per assaporare il clima speciale della
capitale della Sassonia , ex Bundesland della DDR . Abbiamo preso il treno
alle 8.30 , arrivati a Dresda alle 10,30 circa . Era una giornata
piovosa , ma la vista comunque dello Zwinger,
il principale e grandioso monumento barocco costruito ai primi del
Settecento ha reso luminoso tutto . Come si conviene , abbiamo fatto un
giro della città salendo su quei colorati e variopinti bus , dove
l'autista ci intratteneva raccontando degli aneddoti curiosi sulla città .
Attraverso le cuffie installate nel bus , è stato possibile
sentire la storia di Dresda in varie lingue . Città ricca di cultura
e di monumenti imponenti , abilmente ricostruiti dopo il giorno che la mano del
folle si è abbattuta su questa città .Sono passati più di cinquant'anni da
quella notte fra il 13 ed il 14 febbraio 1945, quando uno stuolo di bombe
lanciate da aerei inglesi ed americani si rovesciò sulla città tedesca di
Dresda, affollata di profughi. Eppure, ancora oggi sono ben visibili i segni
lasciati dai bombardamenti.
Il centro storico del capoluogo della Sassonia mantiene il suo fascino, con i
suoi edifici artistici in fase di ristrutturazione ai quali si alternano i grigi
caseggiati della DDR, costruiti nel dopoguerra subito a ridosso del
centro.
Non poteva mancare una visita in quelle grandiose librerie , dove io solitamente
" annego" piacevolmente tra i libri : ne ho comprati parecchi ,
anche Rita ha comprato diverse guide in italiano su Dresda . E il pranzo?
Dinanzi a un ristorante " Made in Italy" non siamo riusciti a resistere (
Ristorante Rossini? a pochi metri dalla Stazione ): spaghetti e pizza
piacevolmente accompagnati da un " Becher " di ottima birra tedesca ...gli hot
dog , la senape e altro ? Li abbiamo lasciati volentieri ai tedeschi...
Per saperne di piè si possono
visitare le pagine della città :
http://www.dresden.de/
La Storia del bombardamento in DEUTSCH
Bombardierung Zweiter Weltkrieg aus http://www.dresden.citysam.de/dresden-geschichte.htm
Zweiter Weltkrieg:
In Dresden leben etwa 500.000 Menschen, vorwiegend Frauen und Kinder.
Hinzu kommen noch einmal 30.000 kriegsgefangene Soldaten und etwa
600.000 Flüchtlinge aus Schlesien, die vor der heranrückenden Roten Armee
geflüchtet waren.
In der Nacht vom 13. auf den 14. Februar wird bei einem Bombenangriff der
Alliierten fast die gesamte Innenstadt zerstört. Schätzungen zufolge, fallen
dieser Bombardierung etwa 35.000 Menschen zum Opfer. Knapp 40.000
Personen können identifiziert werden.
Die aus alliierter Sicht äußerst erfolgreiche Operation verläuft in
insgesamt vier Angriffswellen: Gegen 21.50 Uhr erreichen 244 britische
Lancaster-Bomber die Innenstadt. Zuerst werden Leuchtbomben
abgeworfen, um die Angriffsziele für die nachfolgenden Verbände zu markieren.
Nachdem weder Flak-Feuer noch deutsche Flugzeuge der Wehrmacht zu bemerken waren,
beginnen die britischen Bomber gegen 22.10 Uhr mit dem Abwurf ihrer Bomben auf
die Innenstadt. Gegen 22.30 steht die komplette Innenstadt in Flammen.
Etwa drei Stunden nach dem ersten Angriff befinden sich die Rettungsmaßnahmen
auf dem Höhepunkt. Dies ist der Beginn der zweiten Angriffswelle. Zwischen 1.23
Uhr bis 1.54 Uhr attackieren insgesamt 529 Lancaster-Bomber der britischen Royal
Air Force hauptsächlich die äußeren Stadtteile von Dresden. Dadurch
können die Rettungsmaßnahmen sehr erfolgreich gestört werden. Alles in allem
haben die britischen Bomber bisher 200.000 Sprengbomben und 650.000
Brandbomben mit einem Gewicht von mehr als 2.600 Tonnen abgeworfen.
Am Morgen des 14. Februar beginnt die dritte Angriffswelle. Dabei werfen
311 B-17-Bomber der US Air Force etwa 780 Tonnen Bomben ab. Auffällig sind
hierbei auch die etwa 70 Jäger vom Typ P-51, die mit ihren Maschinengewehren
auf Menschengruppen schießen, die sich im
Großen Garten und auf den
Ausfallstraßen ansammeln. In den Mittagsstunden des 15. Februar vollenden
weitere 200 amerikanische B-17-Bomber die Operation und werfen noch einmal 440
Tonnen Bomben ab.
Über die genauen Motive dieses Angriffs kann man heute nur noch
spekulieren. War dies die längst überfällige Vergeltung für die deutschen
Bombenangriffe auf Coventry und London? Wollten die Alliierten Streitkräfte ihre
militärische Überlegenheit gegenüber Stalin demonstrieren? Sehr
widersprüchlich sind auch die Angaben, die man den Piloten gemacht hatte: In
einigen Fliegerstaffeln war von angeblichen Giftgasfabriken in der Innenstadt
die Rede. Andere Piloten meinten, in Dresden müsse man ein Gestapo-Hauptquartier
bzw. ein Verkehrsknotenpunkt zerstören.
Klar ist, dass mit der Bombardierung hauptsächlich zivile Einrichtungen zerstört
wurden, während Kasernen und Materiallager am Rande der Stadt nicht bombardiert
wurden. Angeblich sollte mit der Bombardierung auch der Weg für den Einmarsch
der Roten Armee frei gemacht werden. Die sowjetischen Truppen erreichten
Dresden jedoch erst nach der Kapitulation.