Berlino

                                                    Berlino attraverso i miei occhi e attraverso il mio cuore

di M. O. Dulcetta

Un mio breve filmato su Berlino : Jüdisches Museum , Brandembug Tor , Schloß Charlottenemburg,  Parlamento

Clcca sulla freccia per sentire "No , woman, no cry!"

 

Non ha lo sguardo trasognato di Parigi  o la " leggerezza " di Londra, né possiede  l' alterigia di Vienna , ha piuttosto lo sguardo  disincantato di una donna  a cui è stata negata l' infanzia .   Un' infanzia sventrata, violentata  , derubata . " No , woman, no cry !  "  : mi piace pensare che  Bob Marley si sia ispirato  a questa  città  . Somiglia a una Leonessa  a cui hanno sottratto i cuccioli .Uno sguardo ruvido eppure infinitamente dolce.  Si ha  voglia di consolarla con un lungo e infinito abbraccio tentando  timidamente di curare  le sue ferite , ma   lei si sottrae a qualsiasi forma di tenerezza . Improvvisamente é lei  ad accoglierti  tra le braccia della sua storia , fatta di passato presente e futuro. Una misteriosa corrente attraversa la cit e, anche se inavvertita, attraversa il cuore .   Ostenta le sue ferite, non nasconde il dolore,  non soffre di amnesia . Klaus Mann , fratello di Thomas , il mio autore tedesco preferito, nel 1923 la descriveva così  : "seducente , grigia, tignosa e tuttavia vibrante di vitalità nervosa, scintillante, fosforescente, animata, piena di tensione e di promesse".    E' così che appare ancora oggi  Berlino ad un occhio attento.   Ci sono diverse chiavi di lettura  per descrivere questa città   completa  straziata eppure  cosi seducente. Io userò  la chiave  imperfetta del cuore perché é quella più autentica ed è l' unica di cui dispongo.  Il mio è un viaggio recentissimo  fitto di appassionati  appunti serali  annotati  freneticamente nel  mio vecchio quaderno   dalle pagine ingiallite, la sera nel piccolo e decoroso albergo  a pochi metri dal   Ku' Damm , come chiamano i berlinesi in modo familiare la KurfürstendammStrasse,  il grande ed elegante  viale  alberato nel quartiere Charlottemburg .  L ' atmosfera serena della camera che si affacciava su un cortile interno ricco di tigli  e roseti selvaggi profumati  mi permetteva di rielaborare quotidianamente le mie piccole grandi esperienze vissute  e rivivere certe emozioni profonde che toccano il cuore.

 Spero di indurre ad un amore che per me è  molto profondo : non è una città da “colpo di fulmine” . Non è una città  che gli italiani scelgono volentieri per le loro vacanze . Non si concede facilmente. Non è una città facile . Bisogna corteggiarla a lungo amorevolmente , una corte fatta di sguardi , di lunghi silenzi , di bouquet di rose antiche come si fa con una donna speciale ,  ricca di seduzione , solo  cosi   regala  una visione globale delle sue bellezze artistiche .Bisogna dimenticare " tutto quello che si dice su Berlino..." le guide, le riviste, i servizi televisivi, staccarsi dalla artificiosa   celebrazione che sa di finto e provare a cedere con pazienza alla sottile seduzione cerebrale.
Arrivati  all' aeroporto Tegel si ha  la sensazione di trovarsi  in una tipica città europea : un via vai di gente che corre, che rincorre  taxi , che parla....In realtà  subito  si avverte di  essere in una città speciale  e il " mal di Berlino " così come il "mal d' Africa " assale  e non  lascia più - Non sono stati  scoperchiati solo   i tetti delle sontuose ville o degli eleganti palazzi ,  sono state scoperchiate  anche le pieghe più intime della sua anima  con un rumore sordo che è ancora presente  nella   "Kaiser Wilhelm  Gedänkiniskirche" . Sembra   di vedere la gigantografia dell' opera di Edvard  Munch   " Der Schrei "   " L' urlo ".  Un urlo " silenzioso "che si eleva verso il cielo limpido e cristallino . Una  Chiesa lasciata così  , semi distrutta , annerita ,lacerata dopo il bombardamento . Si era pensato ad una ricostruzione, ma la Leonessa non ha permesso .  Dentro  i mosaici preziosi rovinati , vecchie foto  mostrano la chiesa " prima " in tutta la sua bellezza.

Kaiser Wilhelm  Gedänkiniskirche

" L' urlo" di Edvard Munch

E fuori, nella vivace " Kurfürstendamm Strasse " è tutto un tripudio di colori e di persone , di giovani con tanta voglia di vita ,  negozi , banche e voglia di ricominciare. "Checkpoint Charlie" , punto strategico della Berlino divisa in due . Checkpoint Charlie :  il posto di frontiera probabilmente più famoso del mondo. Qui venivano controllati rigorosamente i documenti di chi voleva "passare dall'altra parte" cioè prevalentemente all'Ovest. Per anni un simbolo della guerra fredda e dello spionaggio internazionale. Oggi, dopo la caduta del muro, un museo racconta la storia di questa lunga fuga per la libertà e mostra gli ingegnosi sistemi impiegati per tentare il passaggio.
Quanti film e racconti di spie sono stati ambientati da queste parti. Il cuore si stringe davanti a tante dimostrazioni dell'ingegno umano nell'arte della fuga  Il museo sempre aperto  , ricco di foto , di dolore ,di strazio. Ancora per non dimenticare  " Jüdisches Museum"  ,  uno spazio a  forma  della stella di David , costruito  in acciaio  volutamente freddo , il gelo penetra dentro  in cuore e non va più via .  Le ferite , i tagli che l'  architetto  ha segnato  volutamente nell' edificio sono  le nostre ferite  .Una mattinata è stata dedicata alla visita del Lager " Sachsenshausen"  .Volevo che mio figlio ,  un attento ragazzo di 15 anni ,  con cui ho fatto il breve viaggio ,vedesse con  i propri  occhi lo scempio che la follia umana  ha provocato . Ho letto che  una volta nella vita bisogna visitare i campi di sterminio per fa si che in ognuno di noi  si sviluppi  attraverso quelle immagini di orrore  la consapevolezza dell'  importanza  di una parola cosi semplice e  purtroppo spesso dimenticata  : il rispetto.  Abbiamo preso la S-Bahn, ( comoda e funzionale ) e abbiamo iniziato il viaggio verso il dolore. Un' ora di viaggio , fuori Berlino .Direzione Oranienburg .Oltre i finestrini  apparivano   i dolci paesaggi , le colline morbide. Durante il viaggio ci siamo intrattenuti con famigliole felici, con bambini vivaci e spensierati dalla gote rosse  e occhi color pervinca  . Tutto sembrava felice e rassicurante .   Arrivati ad Oranienburg , stanchi e affaticati con zaini alle spalle  ancora venti minuti circa  a piedi  verso Sachsenhausen . La campagna berlinese si presentava rigogliosa, cosi come rigogliosi apparivano i gerani  che abbellivano  le villette attorno al Lager, il cielo  cosi turchese da toglier il fiato .  Fuori tutto perfetto , la vita scorreva regolare  .L' ambiente esterno strideva con tutto quello che abbiamo visto dentro.  Appena abbiamo varcato la soglia del Lager , un senso di smarrimento ci ha pervaso , la comunicazione  anche quella spicciola si è interrotta .I miei pensieri  mi riportarono  indietro , ad una vecchia canzone di Guccini "Auschwitz"
  "Son morto con altri cento son morto ch'ero bambino passato per il camino e adesso sono nel vento. Ad Auschwitz c'era la neve il fumo saliva lento nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento. Ad Auschwitz tante persone ma un solo grande silenzio è strano non ho imparato a sorridere qui nel vento. Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento " Abbiamo percorso i tristi viali , disadorni. Nessuna parola ha interrotto  il nostro percorso . Gli sguardi si sono  abbassati e nessuno ha avuto più il coraggio di guardare le altre persone : è come se  un senso di colpa  e una grossa vergogna ci avesse pervasi . Vergogna di appartenere alla razza umana. I capannoni lasciati volutamente così , con dentro tutti i brandelli delle vite umane , la  scritta  irriverente e provocatoria  " Arbeit macht frei" che abbiamo visto in tanti documentari .... tutto cio'  lasciava un senso di gelo . E poi i forni,  uno , due , tre , tanti...e poi il capannone dove venivano fatti gli esperimenti sulle vite umane e poi .. e poi .. tanto orrore...   Nessun colore  oltre il grigio e un triste verde militare.  Due aiuole tentavano miseramente di dare un dignitoso senso di colore ,  ma i fiori  stentavano a crescere : vivere era un lusso che dentro non ci si puo' permettere . Siamo usciti  ,le parole si sono spezzate , frantumate  nel vuoto . Le nostre anime lacerate .Fuori nè io nè mio figlio  abbiamo  commentato la nostra esperienza .  Neanche dopo . Mai più .

Ma Berlino è anche altro , Berlino è la " Brandemburger Tor"  simbolo della ripresa berlinese ,  le sei colonne si elevano verso il cielo e ti comunicano forza  e potenza . Senti ancora l' eco della musica degli Skorpions " The wind of the Change "  inneggiare alla  Riunificazione . Berlino è " Alexander Platz" il ritrovo dei giovani tedeschi  che, seduti attorno alla fontana centrale , sognano un mondo nuovo .Berlino e' l' elegante " Sotto i tigli " la via romantica dove ci si puo' sedere in un piccolo bar , sorseggiare un boccale di birra e ammirare la porta di Brandemburgo e da lontano la cupola del Parlamento . Un moto di emozione si avverte  e orgoglio di essere italiani  nella " Potsdamer Platz"  osservando  il grattacielo del nostro architetto  Renzo Piano che con  gli altri  grattacieli   al tramonto diventa un tripudio di colori dovuto al riflesso degli specchi .  Berlino   sa essere anche giocosa e allegra : ci siamo trovati nel mezzo della " Love Parade " una festa  piena di colori  a cui hanno partecipato tanti giovani europei   ( circa un milione) .  Tanti colori . tanta allegria , tanta musica  "Tecno"  attorno alla " Colonna della Vittoria"  fino alla mattina . Tutto scorre velocemente , il futuro è già presente ,  tutto è mutevole , sembra di essere su una Harley-Davidson , dove fermarsi  significherebbe non assaporare il caleidoscopio di emozioni intense che questa citta  offre.    Berlino , scomoda ,  tortuosa,  appassionata,  generosa ,seducente  struggente ,e un po' " noir"   ...   Quando arriva il giorno della partenza un senso  di sgomento  ti  assale  e   quella particolare " Wehmut" o " Sensucht"  si impossessa di te e  ti  chiedi  come fare senza quelle sensazioni forti e travolgenti  che questa citta'  ti ha  regalato .... e   mentre prepari la tua valigia carica di sapori , di emozioni    hai   la consapevolezza  che un frammento di te e'  rimasto impigliato   tra gli alberi del Teargarten , tra le viuzze  dentro il quartiere ebraico, nella elegante Friederichstrasse , nei piccoli bar  che costeggiano il fiume Spree ,  nella porta di Brandemburgo ,  nel parco del Castello Charlottembug, nella  Cupola del parlamento ,nella movimentata Bahnhofzoo , in mezzo alla folla , nella  U-Bahn  , all' ultimo piano del  KADEWE  , nel  Flohmarkt , nelle finta pizzeria italiana  vicino al tuo albergo dove spesso ti fermavi a sgranocchiare una fetta di una  pizza   altrettanto finta ... e quando voli sopra  le nuvole , tra gli angeli e  pensi  di essere dentro il film di  Wim Wenders " Il cielo sopra Berlino" ti  consoli pensando che tra poco   ritornerai ... molto presto ... E' una promessa . Ciao , Berlino.......

" Il cielo sopra Berlino"

di  Wim Wenders

Le mie Foto su Berlino

Le Foto del dolore (Lager Sachsenhausen)

Per chi vuole approfondire la conoscenza su Berlino......